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Performando alla Scuola Forense di Trento

Francesco Apuzzo, consulente senior di Performando, terrà il giorno giovedì 13 settembre una docenza dal titolo “Oltre il Foro: le competenze organizzative e relazionali del giovane Avvocato” per la Scuola Forense dell’Ordine degli Avvocati di Trento.
Questo istituto prepara i Praticanti Avvocati a sostenere l’esame di Stato e ha anche la funzione di integrare il tirocinio/pratica legale offrendo un contributo teorico e pratico di alta formazione e di aggiornamento professionale.

Al termine dell’incontro verrà consegnata ai partecipanti una copia del libro “Lo studio professionale vincente”, scritto dai colleghi di Performando, giunto alla sua seconda edizione e già consegnato ai neo Avvocati di Trento in occasione delle ultime due cerimonie di proclamazione.
Questo intervento si affiancherà per la prima volta al percorso didattico tradizionale (presentazione e analisi di casi pratici di diritto civile, penale e amministrativo) e sarà di supporto allo sviluppo personale e professionale dei futuri Avvocati in previsione del loro inserimento nel mondo lavorativo come dipendenti, associati o titolari di un proprio Studio Legale.

Performando interviene all’incontro “Si può vendere di più a chi consuma meno”

reteBruno Durante, consulente e formatore senior di Performando, Martedi 29 maggio, interverrà in qualità di coordinatore / relatore al workshop “Si può vendere di più a chi consuma meno”, organizzato da Volteco in collaborazione con BigMat.
L’intervento è pensato e proposto da Volteco per il proprio partner BigMat e le sue aziende socie.
Il convegno rientra nell’ambito della pluriennale collaborazione tra Volteco e Performando, volta principalmente allo sviluppo di un efficace gioco di squadra non solo all’interno di Volteco (dove c’è stato e ci sarà il coinvolgimento dell’azienda a tutti i livelli) ma anche con i propri partner tra cui spicca BigMat.

Performando organizza la prima Convention di “Legal Professional Team”

A cura di Adriano Capelli

 

Sabato 26 novembre Adriano Capelli, consulente senior di Performando, con la collaborazione di Sara Caroppo, ha organizzato la prima Convention di “Legal Professional Team”, un gruppo di 45 avvocati che hanno unito i loro sette studi situati tra Veneto ed Emilia. Il progetto di unificazione delle realtà nella nuova struttura di “LPT” è stata la concretizzazione di un lavoro di consulenza organizzativa che ha visto importanti avvocati penalisti e civilisti unirsi in grande gruppo di lavoro allo scopo di offrire un servizio completo e customizzato alla propria clientela.
LPT si è dotato di una comunicazione integrata (sito web, carta lettera ecc) per sviluppare un progetto di business per molti versi simile a quello di un’azienda.
La Convention ha avuto come tema centrale il lavoro di squadra e l’idea del passaggio a nord-ovest dall’Io del singolo professionista al Noi, parola chiave di un vero team coeso e vincente.
Il simbolico taglio del nastro e la firma del gentlemen’s agreement tra i Capi degli Studi ha chiuso la giornata che ha visto nel primo pomeriggio la formazione di un un gruppo dirigente che ha eletto l’Avv.Claudio Maruzzi Presidente di LPT per il 2012.
L’iniziativa e la consulenza prestata a LPT è frutto di un lavoro di studio approfondito da parte del gruppo di Performando delle realtà degli Studi Professionali partita con una serie di convegni e di seminari di cui Performando si è resa protagonista.
LPT rappresenta ora una delle poche realtà in Italia in campo legale a credere nell’organizzazione e nello sviluppo di un team pronto a lavorare con metodi più moderni e con progetti di sviluppo indirizzati a più settori giuridici.
Rappresenta, inoltre, un modello di sviluppo virtuoso che anche altri Studi Professionali stanno seguendo alla luce della rivalutazione delle libere professioni in piena fase di cambiamento in Italia e nel mondo.

Seminario: “Le selezioni pericolose”

Il 23 e il 30 Novembre si terrà presso la sede della Fondazione CUOA il seminario “Le selezioni pericolose”, rivolto agli imprenditori che intendano sviluppare le competenze necessarie a gestire con efficacia i processi di selezione. Docente delle due giornate sarà Andrea Di Lenna, che già da tempo collabora con il Cuoa nell’ambito del Master per Imprenditori. Il corso avrà un’impostazione fortemente interattiva ed affronterà in aula casi aziendali e situazioni presentate direttamente dai partecipanti.

Seminario per gli studi professionali

e90m90myPerformando e Mediacampus le segnalano il seminario, rivolto ad avvocati, consulenti del lavoro e commercialisti, accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Padova con 4 crediti formativi e dal Consiglio dell’Ordine dei CdL di Padova con 1 credito per ciascuna ora formativa, dal titolo: :

D.Lgs. 81/08 e 106/09: LA QUALITA’ DELLE RELAZIONI
PER I RISULTATI DELLO STUDIO PROFESSIONALE.

“Soddisfazione dei clienti, gestione dei conflitti interni e riduzione dei costi di gestione”.

22 ottobre 2010 – alle ore 14.45
Sala Ganimede Centro congressi Hotel Galileo – Padova

All’interno degli Studi professionali si sviluppano dinamiche relazionali che, se ben gestite, possono garantire un miglior funzionamento dei processi e delle attività con una conseguente maggior soddisfazione dei clienti,partendo dalle novità introdotte dal d.lgs 81/08.
Il seminario, realizzato in collaborazione con Mediacampus (società specializzata nella formazione ed aggiornamento delle libere professioni di vocazione giuridico-economica), ha l’obiettivo di illustrare come ottenere un ambiente di lavoro orientato al benessere organizzativo, attento alla clientela, alla concorrenza e alle relazioni interne, così da ridurre i costi e ottenere la massima efficienza.


>> Programma del seminario

Ore 14.45: Registrazione dei partecipanti
Introduzione dei lavori

Ore 15.00: Relatore: Avvocato Roberto Bianchin
Novità normative di D.Lgs. 81/08 e 106/20: La valutazione stress lavoro correlato: implicazioni ed opportunità per organizzazioni e studi professionali

Ore 15.45 Relatore: Dott. Adriano Capelli
Basi del benessere organizzativo e Soddisfazione del Cliente. Riduzione dei costi di gestione dello Studio Professionale

Ore 17.00 Relatore: Dott. Adriano Capelli
La gestione efficace delle relazioni interne allo Studio Professionale. La gestione dei conflitti interni allo Studio Professionale

Ore 17.45 Relatore: Dott. Antonio Agostini
Leadership organizzativa e Selezione mirata dei collaboratori
Coinvolgimento e motivazione degli attori dello Studio Professionale

Ore 18.30 Conclusioni e risposte a quesiti

Ore 19.00 Chiusura dei lavori

>> Per informazioni: scheda informativa

>> Per iscriversi: modulo di iscrizione

I consulenti di Performando, relatori del seminario, sono anche tra gli autori del libro “Lo Studio professionale vincente. Come migliorare l’organizzazione riducendo i conflitti ed i costi di gestione(ed. TuttiAutori, 2010)

Performando presente al convegno sulla Psicologia dell’Emergenza

Andrea Petromilli, consulente di Performando, è intervenuto Venerdì 19 Dicembre all’interno del convegno “Catastrofi: l’emergenza e la comunità. Quali ruoli e quali competenze per gli psicologi?” che si terrà a Padova, presso il Centro Conferenze della Camera di Commercio di Padova. Il focus dell’intervento è stato la descrizione dell’esperienza maturata nel corso delle fasi immediatamente successive al sisma abruzzese supportando, da un punto di vista organizzativo e formativo (sul lavoro in team), l’intervento di circa 200, tra psicologi e psicoterapeuti CISOM, che hanno messo a disposizione la loro professionalità per la popolazione colpita dalla catastrofe

L’evento è stato organizzato dall’Ordine degli Psicologi del Veneto e l’obiettivo della giornata è di cogliere somiglianze e differenze, buone prassi ed aree di miglioramento nelle diverse esperienze e professionalità che hanno operato nell’area del cratere sismico coordinato dalla Protezione Civile nazionale e regionale.

Fai della tua vita un “meraviglioso spettacolo”

a cura di Biagio Termo
Responsabile del Servizio Logistica dell’Università di Padova

 

Dovevo seguire uno dei tanti corsi riservati agli allenatori di calcio che hanno quasi sempre l’obiettivo di aumentare le conoscenze tecniche del gioco. Avevo avuto anche la possibilità di fare tanti incontri di coaching per aumentare le mie capacità di condurre un gruppo.
La platea a cui si rivolgeva quest’ultima esperienza spaziava tra persone di età universitaria e gli ultra sessantenni che per passione svolgevano l’attività.
Mi chiedevo nel mio incedere verso i banchi quale ‘minestra’ mi avrebbero propinato.
Speravo non fosse troppo scaldata, ma nel mio muovermi a zig zag alla ricerca del posto ideale, pensavo tra me e me se mi capita un altro masticatore di caramelle vado via, quando per caso trovai posto a fianco di una persona che mi sembrava ‘normale’.
Fatte le dovute presentazioni (qual è il focus o primo incontro in cui l’approccio non è quello della presentazione?) trovai assai curioso che il nostro docente non fosse in tuta ginnica coi colori sociali della squadra che allenava.
Si fa così, mi avevano insegnato, per fare gruppo.
A me sembra un modo idiota di appiattire la personalità.
Va be ne parlerò in altra occasione, comunque la pensiate.
Fu con curiosità assoluta che sentì il docente incominciare a discorrere sui nostri istinti primordiali e sulle nostre capacità ‘umane’ di crearci, dal nostro vissuto, un indice di sensazioni, emozioni e decisioni che lievitano quando incontriamo le persone per la prima volta.
In ambito lavorativo molto più accentuate che altrove.
Smisi di pensare ai problemi e casini che mi frullavano per la testa.
Quello ‘strano’ docente stava parlando di leadership e coaching in modo diverso: partendo dalla coda.
Ci spiegò che avrebbe aperto la serata un breve cortometraggio dal titolo ‘Il circo della farfalla’.
Avrei giurato si trattasse della preparazione fisica dei circensi.
Quanto mi sbagliavo.
Nel film, Il signor Méndez è il proprietario di un circo che per caso si ferma in un luna park e visita il “padiglione delle mostruosità umane” dove c’è anche Will.
“Una perversione della natura, un uomo, a cui Dio stesso ha voltato le spalle!” dice chi presenta questo macabro show quando apre la tendina e mostra Will agli spettatori: è nato privo di arti.
Ma qualcosa cambia in Will quando il signor Méndez lo guarda con occhi diversi.
Will prima lo rifiuta, ma poi lo segue.
Il signor Méndez dirige un altro tipo di spettacolo:
“Signori e signore, ciò di cui ha bisogno questo mondo è di un po’ di stupore”.
Il circo di Mendez permette ai suoi collaboratori di presentare qualcosa di “straordinario”, qualcosa in cui eccellere, qualcosa di positivo da “ammirare”.
A contatto con loro Will praticamente “rinasce”, sfidato dalla frase di Méndez:
“Se solo tu potessi vedere la bellezza che può nascere dalle ceneri, se tu potessi vedere ciò che di meraviglioso c’è in te”.
Will è titubante e perplesso e non crede di farcela.
Allora Mendez gli dice “più grande è la lotta e più glorioso il trionfo!”.
A Will quelle parole risultano come una legge della vita, una vita che anche lui può afferrare!
In loro compagnia e grazie alla loro umanità, specialmente quella di Méndez, Will subisce la meravigliosa metamorfosi, come quella del bruco che diventa farfalla, che poi spicca il volo.
Il pubblico è testimone della metamorfosi quando Méndez lo presenta –commosso – per la prima volta:
“Signori, ora vedrete un’anima coraggiosa mentre imbroglia la morte salendo fino a 50 piedi in aria e saltando dentro questa piccola piscina”.
Will ha trovato la sua strada: Il bruco è diventato la farfalla cui allude il nome del circo.

Un applauso fragoroso invase la sala dopo questi 18/20 minuti di film, avemmo all’unisono la visione chiara di quale fosse il ruolo di leader, di trainer, di allena-educatore.
Non sfuggiva più a nessuno che ogni oltre parola che si poteva proferire, il signor Mendez aveva quelle doti e quelle capacità che ognuno di noi vorrebbe avere.
Aveva fatto emergere in Will il desiderio di appartenenza e di riscatto puntando sulle sue doti non sulle sue menomazioni o deficienze fisiche.

Pochi minuti mi avevano insegnato quanto è grande il potere della capacità di meravigliarsi e di saper guardare oltre l’apparenza, qualunque sia la nostra condizione attuale: mentale, fisica o sociale, il cambiamento è sempre possibile.
Ognuno possiede infinite potenzialità e punti di forza che possono emergere e farci eccellere, farci sentire “straordinari”, e fare cambiare la visione che abbiamo di noi stessi e del mondo che ci circonda.
Il leader deve riuscire anche a farti guardare con occhi diversi e guardare gli altri con occhi diversi.

Allenare tutti a vedere le potenzialità e risorse delle persone ( o atleti) e a puntare su quello che c’è, non su ciò che manca.

Per vedere il cortometraggio “Il Circo della Farfalla” cliccare qui

Il gioco degli scacchi tra intelligenze individuali e intelligenze collettive

a cura di Antonella De Robbio
Coordinatore biblioteche del Polo Giuridico
CAB Centro di Ateneo per le Biblioteche
Universita’ degli Studi di Padova

 

Il gioco degli scacchi è un esempio emblematico di come le intelligenze individuali possano convergere in intelligenze collettive.
Gioco degli scacchi come gioco di squadra?
Informazione aperta versus informazione chiusa?
Credenze e culture diverse come agiscono a livello di saperi e conoscenze?
A chi spetta prendere decisioni?
Vediamo come i recenti eventi nel gioco degli scacchi ci possono aiutare nell’individuare alcune criticità.

Venerdì 22 novembre 2013 il norvegese Magnus Carlsen, di appena 22 anni, ha battuto il campione mondiale di scacchi – in carica dal 2007 – l’indiano Viswanathan Anand, 43 anni, all’incontro di Chennai, in India.
Il nuovo campione del mondo di scacchi gioca da quando aveva 8 anni, e dall’età di 15 è considerato un professionista degli scacchi.
Sebbene per sua stessa ammissione abbia giocato migliaia di partite su internet – gioca online dopo una sconfitta a un torneo, per riprendere confidenza contro un ipotetico avversario – in realtà ha utilizzato ben poco i programmi informatici per giocare, ma si è formato leggendo i numerosi libri di scacchi posseduti dal padre.
Garri Kasparov in persona fu il suo insegnante privato, considerato da più parti il più grande scacchista di tutti i tempi.
A causa delle divergenze di carattere tra i due, a un certo punto l’indipendenza del giovane Magnus non tollerò più la rigida disciplina del mastro russo.

Due “intelligenze” profondamente diverse che nel 2010 portarono alla separazione, durante il torneo olandese di Wijk aan Zeeda [“Non possiamo costruire il nostro futuro semplicemente prolungando il passato” Charles Handy – prima lezione del corso]: Carlsen stava giocando contro il russo Kramnik (campione del mondo fino al 2007, prima di Anand) e Kasparov gli suggerì una mossa di apertura decisa all’ultimo momento, che fece perdere la partita a Magnus, sebbene egli vinse comunque il torneo.

Culture diverse a confronto: la russa, la nordica e l’orientale… la tradizione di rigidità e disciplina che viene dalla grande tradizione sovietica nel gioco degli scacchi, contrapposta all’autonomia del giovane nordico “campione della generazione dei computer” che vince contro il leggendario Anand considerato quasi un eroe nazionale in Asia, dove il Times of India aveva ipotizzato che Carlsen potesse barare cercando di “ipnotizzare” Anand per fargli perdere la partita.
La partita sottoposta alle analisi dei vari programmi di analisi scacchistica, non ha mostrato la benché minima debolezza nella strategia di Carlsen.
Il commento dello scrittore Paolo Maurensig, appassionato di scacchi e autore del libro “La variante di Lüneburg”, sul Corriere della Sera è: “Ciò che mi conforta è il fatto che le varianti vincenti escogitate da Carlsen non sono state neppure prese in considerazione dai vari super potenziati programmi di scacchi. Ciò significa che la mente umana non è ancora del tutto superata dai circuiti al silicio.”

Se ci si proietta in rete nel gioco degli scacchi, memorabile è la partita disputata tra il 21 giugno e il 22 ottobre 1999, che ha segnato una svolta decisiva nel modo di giocare agli scacchi.
La storica partita, tra l’allora campione russo Kasparov contro il Mondo (World Team), è definita da alcuni la più grande partita nella storia degli scacchi, ed è descritta come un esempio di “intelligenza collettiva” nel secondo capitolo del libro di Michael Nielsen sulle “nuove vie della scoperta scientifica” tradotto e pubblicato in Italia da Einaudi..
Fu la prima disputata via internet, condotta sui server della Microsoft, dove Kasparov – che giocava sempre coi bianchi [sicurezza, scaramanzia, abitudine?] – affrontò una squadra rappresentante il resto del mondo. Parteciparono oltre 58000 giocatori di 75 paesi diversi, e fu seguita tra oltre 3 milioni di persone. Kasparov vinse dopo 62 mosse.
Un gioco scandito da tempi cadenzati, prestabiliti e rigorosi: le mosse di Kasparov venivano pubblicate ogni 48 ore, ed il Team del Mondo aveva 24 ore di tempo per scegliere la propria risposta.
La Microsoft aveva organizzato un forum dove discutere della partita, e aveva anche selezionato quattro giovani talenti scacchistici per suggerire le mosse alla squadra.
Sebbene nel complesso il World Team giocò molto meglio di quanto avrebbe fatto qualsiasi singolo giocatore della squadra, grazie al “prodotto”delle micro competenze di ciascuna intelligenza individuale,la gran parte delle decisioni strategiche e tattiche del World Team veniva presa in pubblico e quindi Kasparov era libero di usare quelle informazioni a suo vantaggio.
A guidare gli sfidanti meno esperti era presente una compagine di giocatori più o meno titolati – fra cui la campionessa americana Irina Krush ed il campione francese Etienne Bacrot – alla quale spettava il compito di commentare la situazione sulla scacchiera e fornire analisi ed indicazioni utili per la votazione della mossa da giocare.
Ma poi era il popolo della rete che votava le mosse favorite.
La questione delle decisioni fu determinante: “Mosse considerate dagli esperti come evidenti errori a volte ottenevano addirittura il 10 per cento dei voti, e ciò suggerisce che stessero partecipando molti principianti. In un caso il 2,4 per cento dei voti premiò mosse che non erano solo pessime, ma che violavano persino le regole del gioco!”

Almeno tre i concetti chiave che emergono.

Per creare intelligenze collettive occorre che la partecipazione sia “aperta” a conoscenze trasversali a tutto campo, per accogliere micro competenze dei settori non specialistici.
Non basta creare ambienti dove le intelligenze collettive – composte da micro competenze individuali – agiscono in potenza verso un progresso scientifico e tecnologico, ma serve che vi sia un nucleo ristretto che prenda decisioni sulla base delle informazioni “validate” (decisioni e euristica).
Altro aspetto alla base: laddove l’informazione non è condivisa e resta chiusa entro i recinti della conoscenza la vittoria non è così scontata.

La scienza non è un gioco individuale, ma un gioco di squadra e quindi più informazioni si condividono più si risolvono i problemi del mondo.

“Tutto può accadere”

a cura di Claudia Aglio
Responsabile del Servizio Contratti e Convenzioni dell’Università di Padova

 

“Impossibilità, problemi, difficoltà”: queste tre parole componevano la diapositiva proiettata durante il terzo incontro del corso dal titolo “L’approccio strategico per gestire il cambiamento” e suscitarono un immediato e profondo interesse; mi riproposi allora di individuare dei “mantra” da utilizzare per non affogare nel mare quotidiano di problemi e difficoltà.

Appuntai a grandi lettere sul block notes che è proprio in base a come noi ci atteggiamo che possiamo percepire una situazione come un problema o come una difficoltà e che per superare i nostri limiti non dobbiamo chiamarli limiti perchè in questo modo ci poniamo al di sotto e non li supereremo mai: insomma, scoprii che siamo noi a porci quei dannati limiti che poi danno luogo a problemi e difficoltà. Nel week end successivo, la domenica pomeriggio, nel momento solitamente dedicato al relax, aprii una rivista mensile che giaceva sul tavolino e incominciai a leggere l’editoriale, sfogliai con calma le varie pagine di moda e di seguito trovai una pagina fittamente scritta con il seguente titolo: ” Tutto può accadere”. L’articolo raccontava la storia del francese G. Garcin che, da fabbricante di lampadari, all’età di 67 anni intraprese la carriera di fotografo, attività che svolge tutt’ora con successo e premi prestigiosi all’età di 84 anni!

E’ una rivelazione: i limiti ai quali accenna l’articolo sono proprio quei famigerati limiti che impediscono le soluzioni dei problemi! In quell’istante ho realizzato di avere uno strumento potente a disposizione e, ho giurato, non l’avrei abbandonato: ho strappato la pagina della rivista e l’ho messa in borsa, per non dimenticare. Ehh sì, ma basta tenere il foglietto appresso per utilizzare lo strumento?

Forse no: credo servano allenamento ed esercizio costante, similmente a quanto avviene per potenziare i muscoli con le svariate sedute di palestra.

Comunque, il foglietto continuerò a tenerlo in borsa!

Per leggere l’articolo completo sulla storia di Gilbert Garcin Clicca qui

Riflessioni di una praticante Avvocato dopo il corso di Performando

L’intervento di Francesco Apuzzo alla Scuola Forense di Trento sul lavoro di Squadra e modalità di comunicazione esterna ha ottenuto molti feedback positivi, in particolare vi segnaliamo l’articolo scritto dalla dott.ssa Laura Valentini, praticante Avvocato.

In data 13 settembre 2012 si è tenuta un lezione alquanto particolare alla Scuola Forense di Trento.
Normalmente le nostre ore in aula sono scandite da interessanti interventi giuridici negli argomenti più vari, e sono finalizzate ad aiutarci nella preparazione dell’esame di abilitazione alla professione di avvocato che dovremo sostenere nel mese di dicembre.
La lezione tenuta giovedì 13 dal dott. Francesco Apuzzo – consulente senior di Performando -, invece, è andata oltre al dettato codicistico e giurisprudenziale che permea il corso e le nostre vite, è andata a scavare in una parte della mente che, per il momento, pareva sopita, e ha risvegliato in noi – o almeno in me – riflessioni che, per quanto non attuabili immediatamente, potrebbero aiutare la mia persona ad avere in futuro rapporti lavorativi di collaborazione – o di gestione dei collaboratori, perchè no – più sereni, efficienti e gratificanti.
“Anche il mondo degli Studi Professionali è cambiato, o sta cambiando velocemente, ed è opportuno pensare di adeguarsi velocemente ai cambiamenti seguendo l’indicazione darwiniana che recita “Non è la specie più forte che sopravvive nè la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti“. La surriferita citazione proviene dal libro che ci è stato consegnato “Lo Studio Professionale vincente” curato dal team di Performando, un testo finalizzato proprio a fornire spunti di riflessione per adeguarsi al veloce ed irrefrenabile scorrere del tempo per riuscire ad ottenere molte più occasioni di sviluppo ed efficienza per ogni Studio Professionale, vista anche l’agguerrita concorrenza che caratterizza il nostro settore.
Per dirla con le parole di Francesco “anche i Professionisti possono, o devono, ragionare in termini di visione del futuro per poter da subito dichiarare che, mutatis mutandis, vi saranno molte più opportunità per continuare l’esistenza dello Studio stesso. E per l’esistenza intendo non solo la presenza come ragione sociale in utile di bilancio, ma anche che questa presenza sia snella, efficiente e non solo efficace, e generi benessere per tutte le parti coinvolte dall’operato dell’organizzazione“. Perchè una squadra serena, soddisfatta e spronata a fare meglio produce di più e contribuisce meglio alla crescita lavorativo-economica ed umana dello Studio.
Non mi resta che suggerire a tutti voi di affrontare questo tema, anche con la semplice lettura del libro che ho citato, o rivolgendovi personalmente a consulenti – formatori preparati come coloro che fanno parte di Performando. Il benessere organizzativo è la chiave per ottenere maggiore trasparenza, serenità, rispetto e conseguente efficienza all’interno di uno Studio.

Laura Valentini

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