Articoli e news di Performando

Performando e PepsiCo ancora partner

pepsiPepsiCo rinnova la collaborazione con Performando per l’anno 2013 – 2014 attraverso la distribuzione dei suoi prodotti, in particolare quelli con il marchio Gatorade, durante le attività di Outdoor Training.
PepsiCo è presente sul mercato italiano dal 1960 grazie ad accordi di franchising e dal 1995 con una vera e propria filiale che si avvale oggi di circa 200 persone, con 1 sito produttivo di proprietà.
PepsiCo Italia opera principalmente nel settore delle bevande analcoliche, nelle bevande gassate fin dall’inizio della sua attività, in particolare con il brand Pepsi, a cui si aggiungono nel 2002 le bevande isotoniche (Sport Drinks) con Gatorade.
Nel 2006 entra nel portafoglio il succo di frutta n° 1 al mondo Tropicana; nel 2007 è stata infine siglata un’importante joint venture con unilever che riguarda la produzione, la commercializzazione e la promozione del tè freddo Lipton. Da gennaio 2011 distribuisce anche i succhi Looza in esclusiva nel mercato dell’HoReCa.

Le ricchezze dell’aula

a cura di Andrea Di Lenna

ostricaCapita spesso di incontrare persone che offrono spunti e riflessioni utili a chi, come il sottoscritto, svolge la professione di formatore.
E’ quanto per l’ennesima volta mi è accaduto la settimana scorsa, quando ho avuto il piacere di incontrare dei partecipanti che, nel presentare durante un corso di formazione un lavoro di gruppo che aveva l’obiettivo di descrivere dei personaggi importanti dell’Università di Padova, ha scelto Guido Petter, illustre professore di Psicologia presso l’Ateneo patavino venuto purtroppo a mancare nel 2011.
Nel raccontare la vita e l’opera del conosciutissimo professore, che amava girare per Padova con la sua bicicletta e fermarsi a parlare con i suoi studenti, il gruppo di lavoro ha deciso di concludere il lavoro utilizzando una citazione tratta dal suo più recente libro “Per una verde vecchiaia” (Giunti, 2009), che riporto di seguito:

“Mi sono sempre più convinto
che sia giusto salutare l’arrivo di ogni nuovo giorno come un dono prezioso,
e che sia altrettanto giusto e importante
(oltre che possibile)
immergersi quotidianamente in attività piacevoli e significative,
utili a sé e agli altri,
e lavorare ad esse con impegno,
come se non si dovesse morire mai.
Proprio così, lo ripeto:
come se non si dovesse mai morire”.

E’ stata una presentazione veramente toccante, culminata con questa bellissima citazione che ho voluto riportare perché rappresenta ciò che tutti i giorni, in modo più o meno efficace, proviamo a fare nel nostro lavoro.
L’auspicio è che possa essere di stimolo e di aiuto per tutti coloro che attraversano le mille difficoltà dei nostri giorni e che, forse anche attraverso il pensiero di qualche saggio personaggio, possano ritrovare forza e speranza per combattere i duri momenti che tutti noi stiamo attraversando.

Nati per resistere?

a cura di Sara Caroppo

resilienzaSe facessimo una lista dei termini più usati nell’ultimo periodo, quello della “resilienza” risulterebbe di certo ai primi posti.

Se prima con il concetto di resilienza si indicava la proprietà dei metalli di resistere a delle forze opposte, senza spezzarsi, con il passare del tempo il termine ha conosciuto larga diffusione, andando a coinvolgere anche altre discipline.

In maniera particolare quella che a noi può interessare è la definizione che gli studiosi del comportamento umano danno delle persone resilienti.

Il resiliente è colui che “persiste nel raggiungere obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace difficoltà ed eventi negativi”; resta da stabilire a questo punto se la resilienza sia una caratteristica di tutti o una prerogativa di pochi.

Di certo il fronteggiare le avversità che la vita pone davanti piuttosto che gestire in maniera efficace ed equilibrata dei cambiamenti personali o professionali dipende dalla personalità di ciascuno, ma questo non può bastare per definire una persona resiliente o meno.

Ricerche in campo psico-sociale infatti dimostrano che tutti gli esseri umani sono progettati per affrontare le difficoltà: essere resilienti non è l’eccezione, bensì la regola.

A questo proposito riportiamo uno studio, apparso sulla rivista Nature qualche anno fa (Endurance running and the evolution of Homo, 2004) che coloro che studiano i processi della resilienza riportano come significativo per comprendere ancora meglio il concetto.

Secondo le decennali ricerche dei due biologi contenute nell’articolo, noi esseri umani non siamo nati per stare fermi o camminare, ma per correre.

Bramble e Lieberman (gli autori della ricerca) hanno analizzato in dettaglio le differenza tra l’Homo sapiens e i suoi ominidi predecessori e ciò che hanno rilevato è che “l’uomo si è distaccato dagli altri primati modificando le sue abitudini alimentari, sessuali, sociali e di linguaggio, grazie ad un comune denominatore corporeo di adattamento alla corsa di lunga durata.”

La capacità di correre a lungo ha fatto in modo che l’uomo si staccasse dal resto del gruppo e si evolvesse, inizialmente solo da un punto di vista scheletrico, poi anche sotto altri aspetti, tra cui quello cerebrale.

Detto in altri termini, l’evoluzione dell’uomo ha fatto in modo che egli fosse fisicamente predisposto per resistere agli sforzi di lunga durata.

Questo il motivo per cui chi studia la resilienza prende come riferimento gli studi dei due biologi.

La natura ci ha reso resistenti allo sforzo.

Se da una parte tutto ciò conferma il presupposto che siamo capaci di affrontare, superare e uscire dalle difficoltà, dall’altra è d’obbligo guardare con un occhio critico la questione e chiedersi: qual è il limite oltre il quale non si parla più di resilienza?

Il rischio che si può correre infatti è confondere la propria capacità di resilienza con quella di sopportazione o ostinazione.

Il problema è che i concetti sono diametralmente opposti.

Volendo usare un’immagine, è come se raccontassimo di aver affrontato un temporale andando in cerca di un riparo o aspettando immobili che la pioggia smettesse di cadere.

In entrambi i casi il momento di difficoltà avrà un suo termine.

La considerazione da fare però è se nel frattempo la nostre risorse cognitive ed emotive si sono impoverite o al contrario hanno trovato nella situazione un momento di sviluppo.

Perché solo quando c’è crescita c’è vera resilienza.

E-mail , quanto ci costi?

a cura di Sara Caroppo

mail-bottleQuello della posta elettronica è un argomento quanto mai dibattuto negli ultimi anni, soprattutto quando si parla di e-mail aziendali.
Nata negli anni 70 , la e-mail risponde alla necessità di comunicare in maniera veloce via web tra persone distanti fisicamente, soprattutto considerando, che essendo un mezzo di comunicazione asincrono, non occorre che per la trasmissione di un messaggio mittente e destinatario siano contemporaneamente attivi o collegati.
In sintesi dunque, la e-mail risponde ad una logica di miglioramento della comunicazione, soprattutto dal punto di vista dell’efficienza.
Peccato però che ormai la posta elettronica, più che essere sinonimo di soluzione, lo sia di problema.

Piccolo test.
Chi si riconosce nelle seguenti situazioni?
E- mail che non vengono lette, messaggi a cui non viene data risposta o che potrebbero essere più facilmente sostituiti con una telefonata, destinatari poco chiari, copie conoscenza inutili, inoltri indiscriminati, testi troppo lunghi o incomprensibili, allegati pesanti, toni privi di rispetto ed educazione….

Lato negativo della situazione? Si potrebbe continuare all’infinito.
Messaggio di speranza? In queste situazioni ci riconosciamo un po’ tutti , prova evidente del fatto che il problema non siamo tanto “noi” in prima persona, quanto una gestione poco efficace dello strumento e l’assenza di regole condivise all’interno di aziende o gruppi di lavoro.
Situazione insomma risolvibile se solo si prendesse consapevolezza di ciò.

Un esempio evidente di come tutti siamo sulla stessa barca è il caso Ferrari.

“Scrivete di meno e parlatevi di più”.
Questo è stato il motto della Casa di Maranello lanciato un paio di settimane fa ai suoi dipendenti.

Davanti a incomprensioni, perdite di tempo, e molti altri problemi generati dalle mail, la regola che hanno trovato in Ferrari è stata limitare a tre il numero massimo delle persone a cui può essere mandato un messaggio di posta.
Si abbandonano le liste chilometriche di destinatari e gli inoltri generici a favore di una comunicazione più mirata ed efficace.
La soluzione per il management del Cavallino è stata quindi “introdurre un comma personale alla netiquette” e condividerla perché sia regola di uso comune.

La Ferrari è solo una delle tante aziende che si stanno muovendo in questa direzione.

Performando si trova sempre più spesso infatti a progettare percorsi finalizzati alla gestione efficace della comunicazione via e-mail.
L’approccio scelto in questo tipo di progetti è di tipo operativo.
Lo scopo dei trainer è proprio quello di condurre i partecipanti attraverso esercizi mirati a elaborare una propria netiquette (condivisibile all’interno dell’azienda) che possa facilitare l’utilizzo dello strumento e migliorarne pertanto la comunicazione interna.

Dare alle persone la possibilità di riflettere prima e di agire poi sulle proprie modalità di comunicazione, vuol dire non solo migliorare le proprie relazioni interne, ma anche fare un investimento, considerando che i problemi di comunicazione generano perdita di tempo e, come si dice in questi casi, “il tempo è denaro”.

Per leggere l’articolo completo cliccare qui

Proprio in questi giorni Performando in collaborazione con l’Università di Padova sta effettuando una ricerca sulla gestione delle riunioni e l’utilizzo delle e-mail.
Se siete interessati a compilare il questionario cliccare qui

Meeting e E-Mail > Partecipa alla ricerca

questionarioPerformando ti invita a contribuire al miglioramento della comunicazione interna alle organizzazioni relativamente alla gestione delle riunioni e all’utilizzo delle e-mail, rispondendo ad un breve questionario accessibile cliccando qui messo a punto dal nostro team in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova.

I dati verranno raccolti in forma anonima e, a ricerca conclusa, pubblicheremo i risultati aggregati attraverso il nostro sito. Nel caso in cui venga inserito anche il nome della propria organizzazione (campo facoltativo del questionario), sarà possibile ricevere anche i dati specifici della propria realtà lavorativa.

L’obiettivo della ricerca è quello individuare gli aspetti da migliorare in merito a tali meccanismi comunicativi, grazie allo studio e alla realizzazione di una ricerca per la tesi di laurea di uno studente del corso triennale di Metodologie della Formazione del dipartimento FISPPA (Dipartimento Di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata) sotto la supervisione dalla Professoressa Monica Fedeli dell’Università di Padova e dei Dottori Andrea Di Lenna e Andrea Petromilli della società di consulenza Performando.

Ti ringraziamo anticipatamente per il tuo contributo.

Per informazioni è possibile contattare: Andrea Petromilli > andrea.petromilli@performando.it

Per compilare il questionario cliccare qui

La professione forense: evoluzione e prospettive

a cura di Francesco Apuzzo

rovereto1 Il mese scorso Francesco Apuzzo ha partecipato come relatore ad un incontro formativo e accreditato organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Rovereto e dal Comitato per le Pari Opportunità, dal titolo “La professione forense: evoluzione e prospettive”.
I primi due interventi hanno presentato, dati alla mano, la situazione attuale della professione dell’Avvocatessa e le possibili azioni da intraprendere per migliorare i numeri relativi ai redditi e al welfare delle pari opportunità, con riferimenti specifici alla riserva di genere nella legge professionale. A seguire il suo intervento intitolato “Lo Studio Professionale Vincente” come il titolo del libro scritto assieme ai colleghi di Performando e dedicato ai professionisti dei vari Ordini, all’interno del quale vengono proposti spunti e indicazioni per un approccio manageriale della gestione organizzativa, della comunicazione interna ed esterna, del lavoro di squadra e con riferimenti anche alle normative riguardanti lo stress lavoro correlato.
La prima considerazione è stata quella di dare segnali positivi per il mondo del lavoro femminile in generale, viste le esperienze come consulente e formatore aziendale, in cui sempre più spesso si interagisce con lavoratrici donne (impiegate, dirigenti e libere professioniste), a testimoniare quindi la crescita ed il percorso verso una equa distribuzione dei posti di lavoro basato più sulle capacità e sulle competenze piuttosto che sulla differenza di genere, ferma restando la naturale predisposizione ad alcuni tipi di mansioni per il genere femminile e per quello maschile.
Quando poi le condizioni lo permettono è sempre apparso evidente che i gruppi di lavoro più performanti siano quelli misti, meglio ancora se all’interno dei quali sono state effettuate azioni mirate di consulenza e formazione per agevolare e facilitare il rispetto e la reciprocità.
La seconda parte dell’intervento ha poi voluto sensibilizzare i presenti sulla opportunità di utilizzare alcune metodologie di comunicazione e di diffusione di conoscenza solitamente pensate solo per il mondo aziendale.
Anche qui, con dati alla mano, è emerso da una ricerca specifica che i nuovi Studi Legali, o i singoli professionisti e professioniste nel settore legale, abbiano la necessità, soprattutto ad inizio carriera, di allargare il proprio numero di clienti per poter agevolmente sostenere le spese legate a questa attività e di confrontarsi anche con la “concorrenza” di altri Studi.
Per questo sono state presentate la differenza tra bisogno e desiderio dal punto di vista del cliente e le opportunità di comunicazione, sia tradizionali che legate ad Internet, di rendersi visibili nel pieno rispetto delle indicazioni espresse negli articoli 17 e 17bis del Codice Deontologico Forense.
Durante la presentazione numerosi sono stati gli interventi dei presenti, chi contrario e chi a favore, a testimoniare l’interesse e l’attualità di questi temi anche in questo settore.
La relazione è terminata con un invito a riflettere su quali potrebbero essere a livello individuale le scelte più adeguate in termini di comunicazione e organizzazione (compresa quella di creare Studi Associati) e di considerare che un buon motivo per farlo è che sicuramente qualcun altro lo sta già facendo!

Collaborazioni prestigiose

a cura di Andrea Di Lenna

ArticoloCS In allegato riportiamo l’articolo scritto dal Prof. Paolo Gubitta, professore presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Padova e direttore scientifico del Master per Imprenditori del Cuoa, sul Corriere del Veneto in occasione dell'” MBA part time Anniversary”, il decennale del Master part time per Imprenditori presto la prestigiosa Business School di Altavilla Vicentina.
Siamo molto orgogliosi di far parte del gruppo di docenti che hanno contribuito a sviluppare la professionalità degli imprenditori alla guida delle aziende del nostro territorio. La collaborazione di Performando con il Cuoa in questo ambito dura ormai infatti da qualche anno e si arricchisce di continuo di nuove forme di scambio ed integrazione.
Riprendendo le parole del Prof. Gubitta, siamo consapevoli di svolgere il nostro lavoro quotidiano per dare un contributo allo sviluppo e alle competenze di chi, ogni giorno, guida e gestisce le persone che producono, non senza difficoltà, i risultati e le eccellenze che tutti noi conosciamo.

leggi l’articolo >>> Classe dirigente a testa alta

John Kirwan ancora “outstanding”!

a cura di Andrea Di Lenna

jknzE’ con grande piacere che riportiamo una bellissima notizia che rimbalza in Italia dai nostri antipodi.
John Kirwan, con il quale Performando ha il piacere e l’onore di collaborare da più di un decennio, è stato nominato “most trusted person” in Nuova Zelanda.
Dopo aver ricevuto due anni fa il titolo di “cavaliere” dalla regina Elisabetta, Kirwan riceve un altro prestigioso riconoscimento, frutto del suo grande lavoro tanto come allenatore (in Nuova Zelanda allena i “Blues”, che hanno dato ben sette giocatori agli All Blacks che negli ultimi giorni hanno affrontato in Nuova Zelanda la Francia, battuta tre volte su tre anche con un terrificante 30-0!!!), quanto come testimonial a sostegno delle persone vittime di depressione, soprattutto a seguito del suo libro “All Blacks don’t cry”, di prossima uscita anche in italiano nel nostro Paese.
Ci uniamo quindi alle congratulazioni a John, straordinaria persona che attendiamo con impazienza in Italia per altre iniziative di grande qualità con Performando.

Incontro: “La professione forense: evoluzioni e prospettive”

 a cura di Sebastiano Cutrupi

convegnoFrancesco Apuzzo, consulente di Performando, il 13 giugno interverrà all’incontro “La professione forense: evoluzioni e prospettive”, presso l’Ordine degli Avvocati di Rovereto, a cura del Comitato per le Pari Opportunità, sul tema “Lo studio professionale vincente”.

L’incontro, a partire dalle ore 15.00, si terrà nella Sala conferenze – Palazzo della Fondazione Cassa di risparmio di Trento e Rovereto; P.zza Rosmini 5, Rovereto.

Per iscriversi e consultare il programma: cliccare qui
La partecipazione dà diritto a 3 crediti formativi in materia deontologica.

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