Volevo solo dormirle addosso.

dormRegista: Eugenio Cappuccio

Interpreti principali: Giorgio Pasotti, Cristiana Capotondi.

Anno di uscita: 2004

Dall’omonimo romanzo di Massimo Lolli

 

Recensione a cura di Cristiano Lai

Marco Pressi, giovane e ambizioso formatore del personale di una multinazionale, si ritrova dinanzi ad una proposta che non può rifiutare. L’azienda per la quale lavora è in crisi, i venditori non lavorano come dovrebbero e lo stesso amministratore non segue più il lavoro con il dovuto impegno. I suoi superiori nel corso di una riunione gli comunicano che dovrà, in un arco di tempo ridottissimo, far uscire dalla produzione 25 dipendenti di vario livello senza creare tensioni visibili. Se ce la farà avrà un avanzamento e otterrà un cospicuo riconoscimento in denaro. In caso contrario lo attende un portasigarette. Da quel momento la vita di Pressi cambia. Dovrà attrezzarsi per convincersi che lo slogan “People First” che caratterizza la sua azienda non è altro che falsità. Lui non può e non deve provare compassione per nessuno. Il film s’incentra sull’evoluzione del protagonista che si trasforma da figura stimata e benvoluta in azienda a spietato “tagliatore di teste”, guardato con sospetto e timore da tutti. Anche la sfera privata del protagonista subirà un notevole cambiamento; sempre occupatissimo inizierà a trascurare la sua ragazza Laura, la sorella e la madre. Il film ci offre un taglio cinico sul mondo del lavoro e sulla distorsione comportamentale generata da target ambiziosi e sfidanti. Uno spaccato di vita aziendale, che in questo caso assume una dimensione patologica, dove parole come stima (“Ti stimo”, infatti, è la frase che il protagonista ripete più spesso) vengono ripetute all’infinito sino a perdere completamente il loro valore e significato reali e a divenire formula vuota da utilizzare quando ben poco si ha da dire ad un superiore o ad un collega.

La scena da non perdere:
Il dialogo tra Pressi e il responsabile dell’area marketing dell’azienda, dove quest’ultimo offre al protagonista una lezione di raro cinismo, aprendo in lui un conflitto interiore che solo nel finale arriverà ad una risoluzione.

A chi lo consigliamo:
A tutti i responsabili delle risorse umane e a chi è interessato alle tematiche riguardanti l’azienda e le dinamiche sociali in essa implicate.

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