Steve Jobs. L’uomo che ha inventato il futuro.

Steve_Jobs_L_uomo_che_ha_inventato_il_futuroAutore: Jay Elliot

Anno di pubblicazione: 2011

Editore: Hoepli editore

Numero di pagine: 240

Costo: 19,90 Euro

 

Recensione a cura di Sara Caroppo

Se a ognuno di noi chiedessero chi era Steve Jobs certamente saremo in grado di rispondere correttamente, citando l’ormai celebre discorso per i laureati all’Università di Standford, piuttosto che elencando le sue creazioni di successo, come l’iphone e l’ipad.

E alla domanda “che tipo di leader era Steve Jobs?”, come potremmo invece rispondere?

Jay Elliot, ex Senior Vice Presidente di Apple prova a darci una mano in questo libro; prova a raccontarci pagina per pagina non solo chi era Jobs, ma chi dovrebbe essere, o quantomeno provare a diventare, chi ha il compito di gestire dei gruppi di persone, o di portare avanti un’azienda, o molto più semplicemente chi vuole realizzare un obiettivo ambizioso.

Ma allora questo libro è una biografia o un manuale di istruzioni per leader?
Per qualcuno potrebbe trattarsi più del primo caso, per qualcun altro più del secondo.

Noi lasciamo alla prefazione di Luca De Biase (Il Sole 24 Ore) contenuta nel libro il compito di rispondere a questa domanda:
“Quando un imprenditore coltiva la sua azienda come un artista lavora alla sua opera, quando vede quello che la sua azienda può creare e trascina tutti a realizzarlo, allora il leader non è un capo: è un maestro di vita che conduce tutti a fare qualcosa di grande. In quel caso, non c’è differenza tra economia e cultura. E l’innovazione non è l’insieme delle novità: ma la costruzione del futuro.”

In sintesi quindi vi consigliamo di leggere una storia di vita che spinge ognuno a scrivere la propria.

Il passaggio da non perdere:
il paragrafo “Ricompensare i pirati” e l’immagine riportata sono un esempio concreto di quello che si intende (o si dovrebbe intendere) nei libri di management sotto la dicitura “valorizzazione delle risorse”. Steve Jobs decise di far incidere all’interno dei case dei primi Mac le firme dei membri originari del team incaricato del progetto . Gli acquirenti non avrebbero mai visto quegli autografi, ma chi aveva messo il proprio nome sapeva che c’erano.
Questo per Steve Jobs significava essere coerente con la filosofia della sua azienda a proposito della valorizzazione di talenti e prodotti.

A chi lo consigliamo:
a chiunque, letto questo breve esempio, si è fermato un attimo a pensare a quanta coerenza ci sia tra il suo ruolo professionale e le sue azioni quotidiane al lavoro.

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