Risaliamo a bordo!

a cura di Andrea Di Lenna

Sono passati più di otto anni dal naufragio della Costa Concordia presso l’Isola del Giglio. Sembra ieri, ma era il 13 gennaio 2012 quando la nave da crociera naufragava sugli scogli, complice un comportamento irresponsabile del suo comandante, l’ormai celeberrimo Comandante Schettino.

Ma in quel tragico contesto, molti di noi ricorderanno l’esortazione del Capitano di Fregata Gregorio De Falco, che dalla sala operativa della Guardia Costiera di Livorno aveva gridato quel suo originalissimo “Salga a bordo, ca..o”, affermando successivamente di non essersi mai pentito di tale affermazione che, come lui stesso ebbe a dire, “era l’unico modo per farmi ascoltare: non mi serviva superman, ma solo qualcuno che mi aiutasse”.

Ci sono molte analogie tra ciò che è accaduto più di otto anni fa e quello che sta succedendo ora con il Corona Virus. Non voglio entrare nel merito del ruolo che ha avuto e sta avendo la catena di comando e della gestione della comunicazione tanto all’interno del nostro Paese quanto verso l’estero (anche se bisognerebbe, dato che qualche problemino di immagine, per usare un eufemismo, lo ha creato, forse anche perchè il Ministro degli esteri ha una solida esperienza nel mondo della distribuzione delle bibite negli stadi e perchè il portavoce, nonché capo ufficio stampa del nostro Presidente del Consiglio, proviene dal mondo manageriale della Casa del Grande Fratello, in cui ha avuto modo di confrontarsi ad altissimo livello con l’intramontabile Ottusangolo…).

Otto anni fa, pure nella immane quanto imbarazzante tragedia del naufragio della Costa Concordia, siamo riusciti a tirare fuori il meglio di noi stessi con il comportamento del Capitano De Falco e la ciclopica demolizione e rimozione del relitto della nave, trasportata fino al porto di Genova. Eccellente caso di gestione di un problema apparentemente insormontabile.

Ma la stessa cosa succedeva in occasione del disastroso terremoto in Emilia il 20 maggio dello stesso anno, che ci ha dato ampia ed evidente dimostrazione del coraggio e della determinazione della gente emiliana in termini di capacità di rimettersi in piedi subito e di lavorare per la ricostruzione immediata delle zone martoriate dal sisma. E ben ricordo un cartello esposto dagli abitanti di Mirandola, che riprendeva la frase del Capitano della Guardia Costiera di Livorno in un gemellaggio riguardante le nostre migliori attitudini.

E ancora, il crollo del ponte Morandi il 14 agosto 2018, che ha lasciato tutti senza fiato e senza parole, ma che è riuscito una volta di più a tirar fuori il meglio di noi stessi, se è vero che il nuovo ponte dovrebbe essere inaugurato nella prossima primavera, cosa da tutti, noi stessi per primi, ritenuta impossibile…

Il fil rouge di questi eventi è stata la nostra capacità di ripartire, perchè quello che è successo ogni volta è che dalle crisi ci siamo sempre risollevati, riuscendo ad esprimere il meglio del popolo italico, che nella difficoltà riesce a trovare quel “qualcosa in più” che lo fa risorgere, più forte e migliore di prima.

Ed è proprio quello che dobbiamo fare in questo momento di grande difficoltà ed incertezza, ricordandoci che la nostra è la terra del Rinascimento, dell’arte e della bellezza, ma anche del genio e di Leonardo da Vinci, radici culturali che devono stimolarci a usare le nostre migliori capacità dimostrando coraggio, estro, creatività e capacità di risolvere i problemi in un inedito quanto problematico contesto.

Siamo Italiani, e con l’orgoglio di far parte di questo Paese straordinario, abbiamo la necessità, ma anche la responsabilità di far ripartire il nostro lavoro e la nostra attività, ripensandole in modo nuovo, perchè, dopo il virus, probabilmente niente sarà come prima.

Allora diamoci da fare e, aiutandoci l’uno con l’altro, ”risaliamo a bordo, ca..o”!

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