a cura di Andrea Di Lenna
Dire che siamo stati tutti stati presi in contropiede dal Coronavirus non solo sul piano sanitario, ma anche sul piano dei nostri impegni lavorativi e professionali, è davvero un eufemismo.
Devo confessare che una prima serie preoccupazione mi era venuta già sabato 22 febbraio, giorno dell’esplosione del fenomeno, quando cominciavo a pensare a quali avrebbero potuto essere le ripercussioni sulle nostre attività formative e consulenziali. Il quadro mi sembrava molto cupo, ma amici e i familiari mi avevano dato del catastrofista…
Ebbene, la situazione si è dimostrata essere molto più negativa delle pur negative previsioni: cancellazioni di corsi e attività consulenziali una dopo l’altra già dalla domenica 23 al mattino, quando le aziende cominciavano a mandare mail e Whatsapp di sospensione, rinvio e cancellazione di progetti. Ma era solo l’inizio: il resto lo conosciamo…
E allora cosa fare?
Ci siamo riuniti con i colleghi e abbiamo pensato di utilizzare questo tempo, che non sappiamo ancora che estensione possa avere, per mettere a posto tutto quello che non siamo mai riusciti a sistemare proprio per mancanza di tempo. Abbiamo anche deciso di investire sulla progettazione del futuro, per la quale, allo stesso modo, è sempre difficile trovare adeguati margini temporali di lavoro e che, proprio in questi momenti di focalizzazione sul presente, rischia di essere totalmente dimenticata.
E, come per magia, il tempo si è dilatato e la tensione è diminuita.
E’ vero, stiamo perdendo qualcosa sul piano economico, ma possiamo recuperare molto sul piano delle relazioni e della capacità progettuale.
Nessuna ricetta o consiglio magico, quanto piuttosto la capacità di guardare oltre, cercando di cogliere ciò che possa essere positivo e costruttivo in un quadro apparentemente negativo e molto in certo.
Vedere l’opportunità nel problema, vedere le cose da punti di vista diversi, pensare di più e cogliere l’occasione per vivere le proprie giornate lavorative con maggior distacco e tranquillità.
E chissà come i cinesi interpreteranno questa situazione, visto che loro descrivono il termine “crisi”, come abbiamo avuto modo di imparare già in passato, con i due ideogrammi combinati del pericolo e dell’opportunità…
Proviamo quindi di ad approfittare di questa difficoltà e di tirarne fuori il meglio, perchè quando ripartirà l’attività di tutti noi, cosa di cui sono certo, bisognerà ricominciare a correre, e allora tutti torneremo a lamentarci della mancanza di tempo.
Riprendendo i classici potremo utilizzare al meglio il motto “Carpe Diem”.
Buon respiro a tutti!