“Misure straordinarie”, di Tom Vaughan

misure_straordinarie_tramaRegista: Tom Vaughan

Interpreti principali: Harrison Ford, Brendan Fraser

Anno di uscita: 2010

Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia

 

 

 

 

Recensione a cura di Sara Caroppo

“Smisero di sperare in un miracolo. Lo fecero.”
Questo è il sottotitolo del film: Misure straordinarie, tratto dal libro “The Cure” di Geeta Anand.

La cosa più sorprendente di questo film è che narra di un miracolo realmente accaduto.

Tutto ha inizio quando John Crowley si trova a fare i conti con una rara e incurabile malattia genetica, il morbo di Pompe, che ha colpito i suoi due bambini , e decide di rischiare il tutto per tutto investendo anima e corpo in un progetto a prima vista “impossibile” con l’obiettivo di salvare loro la vita.
Per raggiungere questo obiettivo decide di farsi aiutare da un brillante ricercatore, che ha in mano una possibile soluzione del problema ma che ha sempre rinunciato a metterla in pratica perché poco in sintonia con le rigide linee giuda delle case farmaceutiche.
Senza non poche difficoltà i due fondano una compagnia biotecnologica che ha come obiettivo lo sviluppo di una medicina salvavita. Il primo lo fa per salvare i figli, il secondo per mettere alla prova se stesso e le sue teorie; la loro improbabile alleanza alla fine si trasforma in un reciproco e profondo rispetto che li porta finalmente a realizzare il farmaco e a rendere la malattia da mortale a curabile.

La scena da non perdere:
Al di là del messaggio che il film trasmette su quanto sia relativo a volte il concetto di “impossibilità”, tra le varie scene interessanti, quella che mi ha colpito è la riunione di vendita che i due protagonisti fanno con una società esterna per farsi comprare, e garantirsi quindi l’afflusso di denaro necessario per andare avanti con la sperimentazione.

L’ obiettivo è vendere. Il meta obiettivo è trovare il farmaco salvavita.

Ecco allora che troviamo lo scienziato, che ha sempre preso qualsiasi critica alle sue ricerche come un attacco personale, gestire in maniera efficace le obiezioni che vengono rivolte al suo progetto e il padre, nonostante sia in gioco la vita dei suoi figli, riuscire a confrontarsi con i suoi interlocutori in termini tecnici e molto razionali arrivando a parlare, in riferimento al rischio di mortalità di chi usufruirà del farmaco, di “perdita accettabile”.
È un confronto ben gestito il loro, che porta i rappresentanti della società acquirente a firmare il necessario accordo.

Un fermo immagine inoltre andrebbe fatto ai minuti finali del film.
L’espressione dello scienziato nell’osservare i bambini del socio che iniziano a mostrare i primi effetti del farmaco di prova , ci ricorda quanto sia importante tenere a mente il perché facciamo il lavoro che abbiamo scelto di fare.

Se ci ricordiamo il senso, ha senso tutto il resto.

A chi lo consigliamo:
A chiunque lavori all’interno di un’organizzazione; nel film si parla di relazioni, di obiettivi e di risultati.
Ma soprattutto si parla di fare a volte un passo indietro e di usare il buon senso, più che le questioni di principio.

Menu