Siate curiosi: imparerete, con piacere.

a cura di Daniele Tramannoni

curiositadaniele“Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso”
A. Einstein

La frase di Albert Einstein è l’emblema del legame che unisce curiosità e apprendimento.
Questo non significa che è impossibile apprendere senza essere curiosi, ma la curiosità rende il processo di conoscenza più semplice, veloce e soprattutto più costruttivo.

Quando viene stimolata la curiosità, imparare nuove cose è un vero e proprio piacere.

A dimostrazione di questa tesi intervengono numerose ricerche nell’ambito delle neuroscienze; riportiamo di seguito uno studio pubblicato sulla rivista “Neuron” da un gruppo di ricercatori guidato da Matthias Gruber, esperto dell’Università della California di Davis.

Gruber e colleghi hanno sottoposto a risonanza magnetica alcuni volontari mentre rispondevano a diversi quesiti, alcuni su argomenti che li incuriosivano, e altri su temi che li lasciavano indifferenti.

I soggetti dovevano cercare di rispondere, ma solo dopo un lasso di tempo durante il quale venivano mostrati su uno schermo una serie di volti.

Tre sono i risultati emersi dallo studio.

In primo luogo, come previsto, quando la gente era molto curiosa di scoprire la risposta a una domanda, era anche più predisposta ad appendere informazioni.

Dato sorprendente: una volta che la curiosità era stata stimolata, i partecipanti mostravano un migliore apprendimento delle informazioni rispetto a quelli non incuriositi.

“La curiosità può mettere il cervello in uno stato che permette di imparare e conservare qualsiasi tipo di informazione”, spiega il dottor Gruber.

Il secondo aspetto è che quando la curiosità veniva stimolata, vi era una maggiore attività nella corteccia celebrale.

“Abbiamo dimostrato che la motivazione intrinseca in realtà recluta le stesse aree del cervello che sono coinvolte in concreto, durante la motivazione estrinseca”, afferma il Dott. Gruber.

Questo circuito di ricompensa si basa sulla dopamina, un messaggero chimico che trasmette messaggi tra i neuroni.

Infine, il team ha scoperto che quando la curiosità era motivata dall’apprendimento, l’attività nell’ippocampo, regione del cervello che è importante per la formazione di nuovi ricordi, era maggiormente elevata: “Così la curiosità recluta il sistema di ricompensa, e le interazioni tra il sistema di ricompensa e l’ippocampo sembrano mettere il cervello in uno stato in cui si accentuano le probabilità di apprendere e conservare le informazioni, anche se tale informazione non è di particolare interesse o rilevanza,” spiega il ricercatore Charan Ranganath.

Gli esiti della ricerca potrebbero aiutare gli scienziati a trovare modi per migliorare l’apprendimento e stimolare la memoria complessa, sia in individui sani che in quelli con condizioni neurologiche degenerative.

“I nostri risultati hanno implicazioni potenzialmente di vasta portata sulla gente, perché rivelano come una forma di motivazione intrinseca, la curiosità, colpisca la memoria e ne suggerisca a questa modi per migliorarne l’apprendimento”.

La continua ricerca di Performando di nuove metodologie e metafore finalizzate al miglioramento dell’apprendimento, e la costante collaborazione con gli istituti universitari, si inseriscono in questa cornice che vede teoria e pratica lavorare in sinergia.

L’influenza reciproca di tali fattori permette, a chi si occupa di formazione e apprendimento, di incuriosire ulteriormente i partecipanti e di rendere applicabile il “nuovo” alle realtà di riferimento delle persone.

Menu