Quando cambia l’aria: il nuovo profilo del leader

a cura di Adriano Capelli

leaderNel corso degli ultimi anni, negli Stati Uniti si sono messe in evidenza delle figure manageriali di alto profilo caratterizzate da personalità complesse, ma fragili, che di fronte alla forte pressione della crisi non hanno saputo far mantenere alle proprie aziende la giusta rotta. E’ così che i più importanti gruppi multinazionali americani hanno studiato ed utilizzato la suddetta crisi per modificare le strategie di selezione e scelta dei nuovi manager.

Utilizzando studi recenti svolti in particolar modo dalla Yale University, è possibile affermare che le valutazioni attinenti alla sfera della personalità e del comportamento oggi richiesto si basino moltissimo sulla storia personale del potenziale manager.

La storia personale richiede un colloquio di selezione molto più accurato di quanto sino ad oggi venga fatto all’interno della maggior parte delle nostre realtà aziendali; le azioni e le esperienze del soggetto nel rapporto con la sua socialità vissuta determinano quindi una prima seria valutazione.

In effetti si valuta oggi con grande positività una persona equilibrata, dotata di autostima e di leadership che potremmo definire “tout court” adattiva ed elaborativa. In altri termini, si ricercano persone che diano importanza anche alla propria socialità, uscendo dal classico schema “more work-more money” che ha portato al proliferare di cliniche per la cura di patologie come il “work alcohlism”.

Il “new deal” dei manager americano è quindi attualmente orientato a scegliere persone con vari interessi e passioni, con buona organizzazione e che non ripongano solo nel business la loro totale energia, in modo che di fronte al palesarsi di nuove crisi sappiano fronteggiare con un certo “distacco” le pressioni del caso, mantenendo creatività, lucidità e forza d’animo. Appare evidente che senza una certa educazione di base, che come sempre proviene dalla famiglia di origine, ed un “amore” per le persone della propria squadra, qualunque occasione per parlare di leadership diventa improponibile.

Pare evidente che anche in Paesi ad alta “corrosione lavorativa” ed alto stress per i manager l’aria stia cambiando. Ma crediamo in meglio.

Potremmo pensare che un leader di questo tipo sia più vicino ad un esperto di economia, di mercato ma anche di filosofia ed infine, paradossalmente, anche di free time.

Appare evidente come gli Stati Uniti utilizzino ogni crisi per ripartire con idee e filosofie nuove e coraggiose. Quel coraggio che spesso non induce ad un reale e proattivo cambiamento se non viene posseduto da chi ha il privilegio e la responsabilità di gestire “la stanza dei bottoni”.

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