L’Ultimate Frisbee per la formazione esperienziale

a cura di Tommaso Cuccarolo

Performando cerca sempre nuovi approcci e collaborazioni per poter sviluppare percorsi formativi innovativi e personalizzati.

E’ in questa continua ricerca che si inserisce la metafora delll’Ultimate Frisbee, sport di squadra recentemente riconosciuto dalla commissione CIO (comitato olimpico internazionale) come disciplina olimpica.

Nato alla fine degli anni 60 sui campus americani, l’Ultimate Frisbee consiste nel fare in modo che i giocatori di una squadra segnino punti passando un disco di plastica del peso di 175 g all’interno dell’area di meta avversaria, senza muoversi, se non sul proprio piede perno, mentre sono in possesso del disco.

La caratteristica che rende questo sport particolarmente adatto al contesto organizzativo è il fatto di essere auto arbitrato dagli stessi giocatori in campo.

Ciò significa che sono gli stessi protagonisti dell’attività a doversi osservare durante la competizione, secondo dei parametri oggettivi.

Quando si verifica una violazione del regolamento infatti, il gioco viene fermato e i giocatori direttamente coinvolti, cioè chi ha chiamato la violazione e il suo avversario, interpretano e discutono l’accaduto.

La soluzione al conflitto sta nella conoscenza delle regole e nell’onestà dei giocatori nell’applicarle equamente, per far riprendere il gioco più velocemente possibile.

Solo quando si raggiunge un accordo su come procedere, la sfida può riprendere.

La regola che vieta il contatto fisico inoltre, permette ai giocatori di competere senza ostacolare il movimento dell’avversario, facendo in modo che si sviluppi una cultura del fair play e della competizione leale.

Il momento della conclusione di una partita di Ultimate Frisbee chiude il cerchio per quanto riguarda le caratteristiche che lo rendono efficace in un percorso formativo; a partita conclusa le due squadre si uniscono per parlare dell’andamento della sfida e chiarire episodi particolari.

Durante questo momento di confronto ogni capitano fa alcune considerazioni sulla propria squadra e sugli avversari in vista di una competizione futura.

Si valuta inoltre lo spirito della squadra contro cui si è giocato secondo cinque parametri:

1 qualità della comunicazione in campo

2 quantità di contatto fisico durante la competizione

3 atteggiamento positivo e rispettoso avuto dai giocatori

4 lealtà nella competizione

5 conoscenza delle regole da parte dei giocatori nella gestione delle infrazioni al regolamento.

Il valore formativo di questo sport, come si è potuto verificare in un anno di attività formativa in diversi contesti, è particolarmente elevato.

Tra gli elementi che emergono attraverso l’ultimate frisbee, ci piace sottolineare:

– L’importanza della collaborazione e del gioco di squadra ai fini della prestazione. Non potendo correre con il disco in mano, si ha sempre bisogno del supporto dei propri compagni per poter fare meta. Senza contare che ai fini della partita è importante lanciare il disco al proprio compagno mettendolo nelle migliori condizioni per acquisirne il possesso.

– Il rispetto delle regole e degli avversari. Nel campo dell’Ultimate si parla di “Spirit Of The Game” (Spirito del Gioco), ovvero la prima regola che permette ai giocatori di auto-arbitrarsi per una gestione efficace e leale della partita.

– Il passaggio dall’ottica del conflitto a quella del confronto. Nei momenti di controversia si ferma il gioco per permettere ai giocatori interessati di risolvere il problema sorto e riprendere l’azione dal momento dell’interruzione una volta raggiunto l’accordo.

Performando, collaborando con giocatori di serie A di questo sport, usa l’Ultimate Frisbee per i percorsi in cui si affrontano i temi del lavoro di squadra e la gestione delle relazioni, permettendo alle persone di praticare un’attività sicura e dal divertimento genuino.

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