Leggere narrativa letteraria allena la mente

a cura di Antonella De Robbio
Coordinatore biblioteche del Polo Giuridico
CAB Centro di Ateneo per le Biblioteche
Universita’ degli Studi di Padova

Riflessioni a seguito delle lezioni in aula al corso di formazione EMPOWERMENT INDIVIDUALE E ORGANIZZATIVO – MODULO STRATEGICO sul tema “Le convinzioni” Le 6 emozioni fondamentali (Ekman 1982) e in particolare “Cosa allenare: allenamento a 4 dimensioni”. Allenare la mente

Capire gli stati mentali altrui è una capacità fondamentale che ci permette di gestire il complesso di relazioni sociali che caratterizzano le società umana.

La capacità di percepire e identificare gli stati soggettivi altrui è uno dei processi più affascinanti dell’evoluzione umana, in particolare perché permette di entrare nello spazio delle relazioni sociali complesse, contribuendo a sostenere le risposte empatiche individuali entro le relazioni stesse.

Sono pochi gli studi di ricerca che hanno indagato sui meccanismi che favoriscono questa complessa abilità sociale conosciuta in Psicologia come Teoria della Mente (Tom in inglese), facoltà che inizia a manifestarsi nei bambini intorno ai quattro anni, per poi continuare a svilupparsi nel corso della vita e che ci permettere di “leggere” la mente dell’altro e di comprenderne gli stati mentali.

Tom ci è di aiuto nei casi di difficoltà interpersonali o per esempio nella gestione delle relazioni di gruppo, proprio perchè consiste nel saper attribuire degli stati mentali – desideri, credenze, intenzioni – a sé e agli altri. E’ possibile misurare questa abilità coN dei test per esempio chiedendo ai soggetti di identificare le emozioni provate da persone di cui si vedono solo gli occhi.

Una nuova ricerca pubblicata di recente sulla prestigiosa rivista Science e messa a punto da David Comer Kidd e Emanuele Castano della New School for Social Research di New York, ha messo in luce i risultati di cinque esperimenti che hanno indagato l’effetto che la lettura di opere di “narrativa letteraria” ha sulla capacità di comprendere gli stati mentali degli altri.

Leggere un grande libro moltiplica le prospettive e acuisce la capacità di intuire cosa provano e pensano le persone che incontriamo nella vita reale.

Generalmente la “narrativa letteraria” si considera dotata di maggior valore artistico e culturale, rispetto alla “narrativa di genere” considerata stereotipata, commerciale, sensazionale, melodrammatica e sentimentale.

I ricercatori hanno scoperto che l’abilità di entrare in empatia con gli altri è influenzata dalle letture fatte, anche scontando le differenze nel livello di cultura dei partecipanti.

Gli articoli di argomento scientifico non aumentano l’empatia, del resto il loro scopo è informare, non emozionare. Ma nemmeno la lettura dei libri più venduti su Amazon lascia il segno. Si suppone che i lettori di narrativa di genere (il pubblico di massa) abbiano gusti letterari più grossolani rispetto ai lettori di narrativa letteraria e spesso i titoli di grande successo, come i best seller hanno meccanismi prevedibili e personaggi piatti che invece di sfidare il lettore, confermano i suoi automatismi e le sue aspettative. La narrativa di genere è quindi essenzialmente vista come letteratura destinata al mercato di massa.

Libri di grandi autori come Alice Munro – Premio Nobel 2013 – o Anton Cechov ti aprono le porte di altri mondi interiori e ti cambiano.

Lo studio ha dimostrato come la lettura di narrativa di qualità, romanzi di grandi autori, porti il lettore a migliori prestazioni cognitive, migliorando la capacità di individuare e comprendere le emozioni altrui agendo sull’inferenza e la rappresentazione degli altrui credenze e intenzioni.

Lo studio ha coinvolto centinaia di lettori reclutati nella libreria online di Amazon, i quali hanno dovuto leggere alternativamente testi considerati di “bassa” narrativa e testi di “alta” narrativa.

Nella categoria narrativa letteraria sono stati selezionati il racconto lungo “Corrie” della Munro e la novella “Il camaleonte di Cechov”. Il protagonista della novella, il commissario Ociumielov, cambia più volte opinione e comportamento in un breve arco di tempo, a seconda delle informazioni che gli giungono sul caso che sta seguendo.

Dopo la lettura dei testi i lettori hanno affrontato dei test cognitivi.

La conclusione è che lo spartiacque tra opere letterarie e best-seller non è solo una questione di gusti, la differenza c’è e si vede.

Non è sufficiente la lettura di un libro qualsiasi per migliore la nostra mente, ma l’elemento chiave è rappresentato proprio dal tipo di narrativa di cui si fa uso.

Lo studio ha previsto tre diversi generi letterari.

Nella prima categoria che si riferiva alla narrativa “letteraria”, sono state “somministrate” opere di maggior prestigio letterario che raccontavano storie percepite come verosimili.

La seconda, la “narrativa di genere”, comprendeva romanzi di fantascienza.

La terza, denominata “non-fiction”, raggruppava tutte le opere non categorizzabili nei due gruppi precedenti, come ad esempio le opere a matrice storica.

“Se dovessi consigliare ai lettori italiani due libri di narrativa, non avrei esitazioni: “Il sogno di mia madre” e “Nemico, amico, amante…”, entrambi di Alice Munro. So che, in Italia, forse appena trenta persone conoscono che Alice ….”

Così si esprimeva Piero Citati nel suo saggio !La malattia dell’infinito. La letteratura del Novecento! Mondadori [2008 pag. 455-461], ben cinque anni prima che Alice Munro vincesse il Premio Nobel per la Letteratura 2013, definita dai media come la maestra del racconto breve, chissà perché, visto che in realtà il suo racconto più breve supera le cinquanta pagine.

Certamente non è una scrittrice minimalista.

Il risultato dello studio, precedente l’assegnazione del Nobel 2013 alla Munro, ha evidenziato che sono proprio opere di questo tipo a stimolare un maggior pensiero creativo, opere di maggior prestigio letterario che raccontavano storie percepite come verosimili.

Uno degli stratagemmi narrativi della Murno è insito nella sua capacità di aprire uno “spazio bianco” nel racconto dove il tempo del racconto può essere lungo decenni, un abisso temporale tra il presente e il passato, una frattura che sgomenta proprio perché fa parte del tessuto della nostra vita.

La deviazione narrativa è un altro degli stratagemmi letterari della Munro che nel raccontare un fatto non lo racconta descrivendolo, non tenta di narrare sensazioni o emozioni che quel determinato evento suscita, ma focalizza tutta una serie di dettagli laterali, collocando il fatto in questi dettagli apparentemente inutili dentro un contesto emotivamente intimo e forte.

I dintorni del fatto generano nel lettore “un’impressione di casualità e di gravità, che ci sembra assolutamente necessaria.”

A seguito di queste letture si instaura un coinvolgimento intellettivo superiore che permette di ottenere effetti positivi sulle abilità sociali.

La letteratura narrativa richiede un maggior coinvolgimento intellettivo del lettore, necessario per comprendere le mille sfaccettature che si snodano nel racconto e la complessità di ciascun personaggio.

I romanzi stimolano un processo intellettivo raffinato necessario per scrutare dentro ogni personaggio proprio come accade nella vita reale e dare senso al loro comportamento.

In altre parole ci mettono in sintonia con il mondo.

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