Performando è sempre alla ricerca di nuovi approcci e metafore per poter dare ai propri clienti stimoli innovativi riguardanti i percorsi di sviluppo personali e organizzativi. E’ in questa ottica di studio e approfondimento continuo che si colloca la recente scelta di utilizzare la metafora del Judo, sport le cui dinamiche possono declinarsi nelle trattative negoziali tra aziende, così come nei rapporti tra colleghi e collaboratori. Ma come è possibile usare il judo come metafora di negoziato, visto che si tratta di un’arte marziale ed è conosciuta come modalità di combattimento? E’ vero, il judo è sicuramente una lotta “corpo a corpo”, nella quale l’obiettivo dei due atleti coinvolti è quello di affermarsi sull’avversario riuscendo a proiettarlo e a immobilizzarlo, rendendolo inoffensivo. Ma non solo.
Il fondatore del Judo, Jigoro Kano, aveva infatti intuito che il miglior modo per vincere su qualcuno di più grande e forte fosse sfruttare la sua stessa energia a proprio vantaggio; tirare se l’altro spingeva e spingere se l’altro tirava.
Infatti, ad una più attenta osservazione di una proiezione di Judo in un Tatami ci si accorge che ricorrono alcuni elementi fondamentali caratteristici:
l’equilibrio – l’avvicinamento – l’apertura – la flessibilità. Si tratta quindi di un approccio che riprende la logica orientale e che si contrappone totalmente a quella occidentale, tipica delle dinamiche spesso poco producenti delle nostre organizzazioni, dove esiste la convinzione che si possano ottenere risultati proficui per se stessi solo nel caso in cui “l’altro” ci rimetta. In tale approccio si percepisce quindi esclusivamente l’importanza delle proprie esigenze, vissute come separate e inconciliabili rispetto a quelle dell’altro; l’“Io” viene prima rispetto al “Noi”.
Tale esigenza di rappresentazione del sé, di trovare autostima e successo a scapito dell’altro, anche solo nell’ambito di una discussione, rende miopi di fronte a un potenziale poco noto, a una crescita insieme che può condurre a soluzioni migliori per tutte le parti in gioco – come dice Kano nelle sue due massime che caratterizzano questa affascinante disciplina:
Miglior utilizzo dell’energia mentale e fisica per il miglior risultato Crescere e progredire tutti insieme
“Aprirsi con equilibrio” alla comprensione dell’altro quindi, ascoltando le sue ragioni e guardando a soluzioni nuove, produce quel circolo virtuoso che può condurre a una prospettiva di scambio e di guadagno per entrambi; considerare le proprie esigenze insieme a quelle dell’altro, come strategia che alla lunga porta risultati molto più rilevanti e alla costruzione di relazioni sane nel medio e lungo periodo
Questo significa fare “Ju-do”, ossia scegliere di percorrere una “via gentile” (la traduzione di ju-do).
Per questa ragione, quando possiamo, portiamo in azienda alcuni materassi per mostrare alle persone quale sia la filosofia di fondo di quest’arte marziale, come sia possibile cadere in sicurezza e come sia possibile crescere insieme al nostro avversario, con un approccio “win-win”.
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