La formazione esperienziale, dallo studio universitario alla pratica

a cura di Nicola Ceron

uyiuyiyMetodologia della formazione è il corso che uno studente di Scienze della formazione, con curricula Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane, deve frequentare a metà della sua carriera universitaria.

La prima riflessione che ho fatto vedendo il nome di questo corso è stato: “finalmente”; il primo anno di studi infatti, prevede un approccio molto teorico e generico al mondo della formazione che passa dalla Filosofia e dalla Sociologia per finire con i corso in Didattica e Pedagogia.

Questo il motivo per cui ho deciso con grande spirito di curiosità e interesse ad approfondire in maniera più pratica l’argomento della formazione.

Il programma era strutturato in modo che si potessero affrontare sia gli argomenti storici, come l’evoluzione della formazione nel tempo, sia andragogici , intesi cioè come attinenti alla branca della pedagogia orientata agli adulti.

Ma soprattutto erano previste nel programma delle lezioni sulla Metodologia Esperienziale.

Durante le lezioni, ai classici momenti frontali si sono affiancati momenti più pratici in cui abbiamo svolto quegli esercizi ed attività di cui fino a poco tempo prima avevamo solo sentito parlare nei libri didattici.

Gli esercizi sono stati studiati compatibilmente con il setting universitario (a volte ridotto), ma quello che ci è stato proposto dai docenti è stato abbastanza per stimolare la curiosità di molti. Curiosità che in me si è trasformata in un credo fondamentale per quello che vorrei fosse il mio lavoro di formatore e mi ha spinto a cercare un ente per il tirocinio che adottasse proprio questa metodologia; sono approdato così in Performando, dove l’esperienza è il cardine dei progetti che propone.

Ho avuto la fortuna di partecipare a più eventi formativi esperienziali, ed ho potuto osservare in prima persona l’effetto che ha vivere attivamente un argomento piuttosto che ascoltarlo passivamente seduto su una sedia e guardando delle slide per ore!

I benefici sono molti: i partecipanti apprendono “senza rendersene conto”, il livello di attenzione è alto per molto tempo, si rompono molte barriere e, cosa non irrilevante, ci si diverte.

Le persone partecipano, sbagliano, ritentano tutto all’interno di un “ambiente protetto”.

Un’importanza fondamentale è quella del formatore, è lui che deve fare in modo che le attività non rimangano fine a se stesse ma siano il mezzo perché il gruppo giunga ad una consapevolezza personale e/o professionale diventando così un facilitatore per i partecipanti.

I momenti di debriefing danno alle persone la possibilità di riflettere prima e concettualizzare poi, l’esperienza vissuta alla loro realtà lavorativa o personale .

E’ l’attualizzazione di tutto questo facilita ed accelera i processi di cambiamento.

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