“Invictus” – regia di Clint Eastwood

invictus-locandinaRegista: Clint Eastwood

Interpreti principali: Morgan Freeman, Matt Damon

Anno di uscita: 2009

Distribuzione: Warner Bros

 

Recensione a cura di Andrea Di Lenna

Tratto dal libro “Ama il tuo nemico”, di John Carlin, il film racconta la storia del neopresidente Nelson Mandela durante i suoi primi mesi di gestione del Sudafrica, che stava con difficoltà cercando di uscire dall’isolamento culturale ed economico conseguente al rigoroso regime di apartheid.
Dopo ventisette anni di reclusione come terrorista nelle prigioni di Robben Island, Nelson Mandela ha infatti la possibilità di fare un significativo passo avanti nella politica di integrazione tra popolazione bianca e di colore, possibilità che il presidente coglierà nel 1995 in occasione dell’organizzazione dei campionati di rugby, ospitati proprio dal Sudafrica. Il neopresidente intuì che la vendetta nei confronti dei bianchi sarebbe stata la peggior soluzione per il suo paese e decise di elaborare una strategia di riconciliazione che utilizzerà la disciplina del rugby come collante per una popolazione da decenni in guerra. Mandela, interpretato da Morgan Freeman, attore esplicitamente richiesto a Eastwood dal vero Mandela per tale ruolo, comincerà quindi a tessere relazioni sempre più profonde e costruttive con Francois Pienaar, capitano del Sudafrica, interpretato da Matt Damon, che cambierà nel corso del film la sua opinione sul suo nuovo presidente di colore.
Il racconto assume una particolare rilevanza in considerazione del fatto che Mandela supporterà, ed inciterà tutta la popolazione nera a farlo, la squadra degli “Springbocks”, soprannome con cui erano battezzati i giocatori sudafricani dai loro supporters bianchi. Il presidente deciderà infatti di diventare tifoso di una disciplina sportiva tipicamente bianca e simbolo del potere oppressivo dei bianchi, a tal punto che fino a quel momento la popolazione di colore, in occasione delle partite internazionali contro le altre squadre del mondo del rugby, tifava sempre per gli avversari degli Springbocks. Alla fine del film, ma soprattutto della storia vera, la squadra del Sudafrica affronterà la temibile squadra degli “All Blacks”, la celeberrima nazionale neozelandese della palla ovale che, grazie anche al grande coinvolgimento dei tifosi presenti allo stadio, ma soprattutto dei quarantacinque milioni di telespettatori sudafricani, uscirà sconfitta dalla finalissima per l’assegnazione del trofeo di campione del mondo, che andrà quindi per la prima volta al paese africano.
Nelson Mandela riuscì in quell’occasione a far trionfare l’intero popolo del Sudafrica, per la prima volta unito nel supportare la squadra dello sport così amato dai bianchi quanto odiato in precedenza dai neri. Questo fu dunque l’episodio che portò Mandela ad esprimere la sua famosa frase “Sport has the power to change the world”, che ci capita così spesso di utilizzare nei nostri corsi di formazione che utilizzano proprio la metafora dello sport.

La scena da non perdere:
la parte iniziale del film, in cui Nelson Mandela si comporta con grande coerenza nei confronti delle sue guardie del corpo, alcune di colore ed alcune bianche, proponendosi quale esempio concreto tangibile della sua politica di riconciliazione, sia pur tra mille dubbi, incertezze e rischi. Ma, come avrà modo di dichiarare durante il film, “una delle responsabilità di un leader è quella di rischiare”! .

A chi lo consigliamo:
a chi è interessato alle tematiche della leadership attraverso l’esempio come essenziale meccanismo di comunicazione e di motivazione delle persone.

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