Il carisma possibile

a cura di Sara Caroppo

Aristotele e PlatoneChi sono le persone carismatiche?

Illuminati della comunicazione?
Geni nell’arte della persuasione?
O, più banalmente, oratori esperti e sicuri delle proprie abilità?
Certo, l’etimologia del nome carisma (dal sostantivo charis, grazia) non aiuta nella risposta, o meglio indirizza l’attenzione in un’unica direzione.
Parlare di grazia in fondo è come parlare di talento, di dote innata, di capacità naturale.

La questione quindi potrebbe terminare qui. E invece due pensieri la riaprono.

Il primo è che rimanere con l’opinione comune che ciò che fa primeggiare una persona sia innato blocca continuamente la strada allo sviluppo personale e professionale, impedendo di fatto il miglioramento individuale e l’innovazione.
E dovremmo chiederci se è proprio questo che vogliamo.
La seconda è che se abbiamo delle credenze che di fatto ci limitano, forse è arrivato il momento di modificarle, soprattutto, in questo caso, alla luce dei risultati emersi da una ricerca svolta l’anno appena passato da John Antonakis, docente all’Università di Losanna e di cui si parla sulla rivista Harvard Business Review di Settembre scorso.

Insieme con il suo staff di ricercatori il professore ha indagato, a tavolino e sul campo, sul concetto di carisma e ha dimostrato come l’allenamento di quelle che sono definite “tattiche per una leadership carismatica (TLC)” è l’ingrediente magico che rende un leader affidabile e influente.

Ma se l’ingrediente magico è la costruzione di un insieme di tattiche, come può stare in piedi l’idea che il carisma sia un puro talento naturale?

Le TLC chiave individuate dalla ricerca sono 12.
Nove sono verbali, tra le quali metafore, similitudini, analogie, racconti, aneddoti, domande retoriche, tricolon, ecc.
Tre non verbali: tono della voce, mimica facciale e gestualità.
A queste si possono aggiungere alcune tattiche che vanno dal ricorso allo humor, all’uso di parole in cui le persone possano rispecchiarsi.

Il tutto è riassumibile, andando all’indietro con i tempi e riprendendo la Retorica di Aristotele, nei concetti di logos (discorso) e pathos (risveglio dell’emozioni), elementi su cui è ben evidente che si può lavorare costantemente con un po’ di sano e consapevole esercizio.
Senza dimenticarsi poi del terzo elemento evidenziato dal filosofo greco nelle sua opera, ovvero l’ ethos, altrimenti definita “credibilità personale e morale”.

Conclusione?

Alla parola carisma è bene non associare l’aggettivo inaccessibile, meglio usare possibile.

Perché le tattiche, per definizione, si possono costruire, una volta evidenziato l’obiettivo.

La strada verso il carisma dunque non è per pochi eletti, ma è in salita e richiede grande impegno, forte spirito di autocritica e coerenza.

Saranno forse queste le vere doti che fanno la differenza tra un leader e l’altro ?

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