Consigli di lettura_ Management e rugby: strategie vincenti

copAutore: Massimiliano Ruggero

Anno di pubblicazione: 2012

Editore: Gruppo 24 ore

Numero di pagine: 153

Costo: 18 euro

 

Recensione a cura di Sara Caroppo

Lavorare con le persone e per le persone è l’attività più difficile ma nello stesso tempo più gratificante che esista.

Ai formatori il lavoro quotidiano richiesto è quello di mettere le persone nelle condizioni di pensare in maniera diversa, facilitare quel “salto” di qualità che comunque inizierà e finirà sempre attraverso loro.

A chi si occupa di sviluppo e cambiamento è richiesto di parlare non solo con la testa delle persone, attraverso dei concetti, ma anche e soprattutto con la loro emotività, attraverso metodi alternativi.

Chi si occupa di formazione attraverso modalità non convenzionali sceglie questo percorso: arrivare alla testa attraverso le emozioni.

Chi si occupa di formazione utilizzando la metafora dello sport fa altrettanto.

Il gioco diventa quindi il passaggio, divertente ma impegnativo, verso nuove consapevolezze.

Il punto di partenza di questo libro è per l’appunto questo.

Lo sport, che come dice Sebastian Coe, “ha il mondo dentro”, è un tramite efficace perché le persone nelle organizzazioni possano fare il loro salto di qualità e avere un’opportunità di crescita.

Anche quando “crescere” vuol dire giocare.

In particolare l’obiettivo che si pone “Management e rugby: strategie vincenti” è quello di spiegare i punti di contatto tra la metafora del gioco del rugby e la formazione aziendale, e di come il rugby non sia solo una disciplina sportiva ma “un modo di vivere, di confrontarsi con l’altro” (J. Kirwan)

Il parallelismo tra il mondo del rugby e quello aziendale è efficace proprio perché il rugby mette le persone nella condizione di recuperare la loro parte emotiva, quella parte che quotidianamente mettono all’angolo, al fine di esaltare logiche di tipo manageriale e quindi più prettamente razionali.

Oltre al risveglio della parte più viscerale, il rugby si presta bene anche ad altri parallelismi, che l’autore descrive in maniera dettagliata nel suo libro e che quindi non sveliamo.

Nel libro infatti Massimiliano Ruggiero, manager di una grande banca italiana e in passato giocatore professionista in questa disciplina, affronta l’argomento sia da un punto di vista teorico (i primi tre capitoli), sia da un punto di vista più pratico, fornendo ai lettori, dal quarto capitolo, una serie di interviste fatte a personaggi sia del mondo del rugby che aziendale, in cui viene raccontata la loro esperienza personale riguardo questo connubio.

Tra le persone intervistate troviamo anche Andrea Di Lenna, direttore di Performando e John Kirwan, ex All Blacks e testimonial sportivo per gli eventi formativi di Performando riguardanti i temi del teamcoaching e del team building.

Nel libro è presente anche un Appendice in cui c’è la descrizione analitica del gioco del rugby, sia dal punto di vista dei ruoli che delle regole, altro elemento importante questo per capire come questo sport sia anima ma anche tecnica.

Il passaggio da non perdere:
la parte più coinvolgente sono sicuramente le interviste, pezzi di storie in cui i protagonisti fanno trasparire la loro visione del rugby come un ponte tra l’essere e il diventare.

A chi lo consigliamo:
a chi è convinto che per innovare e creare bisogna pescare da mondi diversi, attraverso un atteggiamento di apertura verso il nuovo ma allo stesso tempo di critica, per capire cosa si può adattare al proprio mondo e cosa no.

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